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Fashion at Work, MODA FUTURIBILE. Innovazione Italiana

Dal 28 al 30 Gennaio 2015, a Pitti Immagine Filati 76, è andata in scena la seconda edizione del progetto MODA FUTURIBILE, focalizzata sul tema dell’innovazione. L’efficienza dell’Innovazione
Il progetto, a cura di Dyloan Studio si propone di valorizzare le eccellenze del sistema moda attraverso lo sviluppo di una serie di manufatti, espressione dei know-how e delle sinergie progettuali createsi tra manifattura e creatività.
Il focus sull’innovazione diventa così uno stimolo e un collegamento tra la creatività di tre giovani designer e l’esperienza di aziende italiane d’eccellenza, uno scambio reciproco di informazioni che si trasformano in un’occasione di crescita e collaborazione.
E Wha Lim, studentessa coreana del Royal College of Art ha sviluppato il concept: “La Religieuse”.
Tra religiosità e creatività, una collezione ispirata alla dicotomia tra spiritualità monacale e provocanti alter ego. Il progetto ripercorre il viaggio interiore di una giovane donna che tenta di liberarsi dai vincoli imposti dalle regole e dalle aspettative della religione e della società. E’ il rispetto delle tradizioni interpretato attraverso gli occhi della contemporaneità.
La designer ha scelto di utilizzare la pelle de L’Officina, i filati di Filpucci e Millefili, affidando il progetto al maglificio Clouds e alla manifattura Bond Factory.
Matilda Norberg, vincitrice del contest Feel the Yarn 2014, di origine svedese, studentessa del Royal College of Art ha sviluppato il concept: “Earth’s Crust”. La struttura della maglia suggerisce nuove forme, silhouette e innovativi metodi di costruzione del capo. Il progetto è la declinazione in maglieria della crosta terrestre, con i suoi movimenti, le tensioni e il dialogo tra i diversi materiali presenti al suo interno.
Per la realizzazione del progetto la designer ha collaborato con la manifattura Bond Factory, il maglificio Mely’s e ha utilizzato le reti di Cittadini e i filati di Filpucci e Millefili.
Christine Overbeck, partendo dalle sue origini tedesche, ha sviluppato: “Drahdi”, concept che s’ispira ai pattern ricamati sulle calze bavaresi. Il progetto esplora le diverse tecniche di costruzione, studiando nuovi modi per combinare i metodi di lavoro tradizionali con le tecnologie più innovative.
Un viaggio che non si ferma all’estetica del ricamo, ma che approfondisce il patrimonio culturale e artigianale legato alle geometrie. La designer ha realizzato il progetto con il sostegno della manifattura Bond Factory, il maglificio Bruno Atelier e i filati Filpucci.