Campus Peroni per la transizione ecologica dell’agroalimentare
Campus Peroni ha proposto un nuovo modello eco-sistemico in tre fasi:
- tracciabilità, attraverso la tecnologia blockchain, per consentire la raccolta capillare e la condivisione trasparente dei dati;
- misurazione dell’impatto ambientale delle catene del valore grazie a questi dati;
- miglioramento continuo in cui prevedere soluzioni e innovazioni di processo sulla base delle informazioni ottenute attraverso le fasi precedenti.
Il modello proposto da Campus Peroni nasce dai risultati positivi ottenuti dal progetto di tracciabilità in blockchain del malto 100% italiano, progetto che Campus Peroni ha avviato insieme a pOsti, Xfarm, Hort@, Campus Bio-Medico ed EY.
Irene Pipola, EY Consulting Sustainability Leader Italy
“L’approccio oggettivo che è stato adottato parte dalle evidenze, dai dati attraverso tre fasi: il tracciamento delle informazioni di filiera, la misurazione ed analisi dei dati, e il miglioramento, andando ad identificare azioni concrete che potessero essere messe in campo dagli agricoltori. Ad ora i primi risultati arrivano dalla produzione primaria dell’orzo, dove è stata registrata una riduzione del 27% delle emissioni di CO2 grazie all’analisi dei dati e ad una collaborazione tra gli attori del Campus Peroni e gli agricoltori”
Enrico Giovannini, Co-fondatore di ASVIS
“L’approccio promosso da Campus Peroni rappresenta un modello da seguire perché riesce a coniugare sostenibilità e innovazione, mettendo al centro di tutto i dati e la loro condivisione. Il tema rappresenta un’opportunità per tutte le aziende che decidono di investire su questo, perché seguendo la strada dell’innovazione tecnologica applicata alla sostenibilità diventano più competitive, anche sui mercati internazionali, e riescono ad attrarre più facilmente i giovani talenti. Questo processo, a prescindere dalle dimensioni delle aziende, dovrebbe coinvolgere tutta l’imprenditoria italiana, perché non si tratta solo di fare del bene, ma anche di creare sviluppo e lavoro. In quest’ottica l’allargamento dell’obbligo di rendicontazione non finanziaria alle medie imprese deciso dall’Unione europea potrebbe rappresentare un ulteriore passo avanti verso uno sviluppo economico realmente sostenibile dal punto di vista sociale e ambientale”.
Ecosistema
Nel passaggio dalla logica di filiera a quella di un ecosistema fatto di collaborazione e condivisione, le imprese delle grandi e piccole industrie italiane giocano un ruolo fondamentale. Nel nuovo modello acquisisce sempre più importanza lo sviluppo di piattaforme non più verticali ma orizzontali nell’ambito delle quali le aziende possano collaborare. Katia Da Ros, Vicepresidente di Confindustria, afferma: “L’industria italiana esprime una leadership indiscussa a livello europeo nel processo di transizione ecologica, dall’economia circolare, all’efficienza energetica, all’abbattimento delle emissioni. La sfida è preparare il tessuto economico e produttivo ad entrare a pieno titolo nelle nuove catene di valore internazionali, cercando di posizionarsi nei settori a maggiore valore aggiunto e contenuto tecnologico. Le imprese italiane stanno investendo in tecnologie, competenze, innovazione e il progetto di tracciabilità del malto 100% italiano di Birra Peroni ne è un esempio. La chiave è la collaborazione, la condivisione di idee e dati, con un approccio “orizzontale” e non più “verticale”, che mette insieme i vari attori coinvolti lungo le filiere. In questo scenario, il contributo che può dare Confindustria è sicuramente quello di “mettere insieme” le imprese, stimolare un confronto aperto tra tutti gli attori del sistema in modo da incentivare il dialogo, lo scambio di informazioni e la sinergia tra le stesse, mettendo a fuoco le innovazioni che maggiormente contribuiranno all’evoluzione in chiave sostenibile e anche alla tutela del made in Italy”.
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