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Neuralink inizia il reclutamento per la prima sperimentazione clinica sull’uomo di un impianto cerebrale

Neuralink sta cercando persone con quadriplegia dovuta a lesione del midollo spinale o sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Lo studio è stato approvato dalla FDA e da un comitato di revisione indipendente.

Il Neuralink BCI è un piccolo dispositivo impiantabile che contiene migliaia di fili flessibili che vengono inseriti nel cervello. I thread sono collegati a un chip che legge e scrive segnali neurali. Il dispositivo è alimentato da una piccola batteria impiantata sotto la pelle dietro l’orecchio.

Durante lo studio, i fili ultrasottili e flessibili dell’impianto N1 vengono posizionati chirurgicamente in una regione del cervello che controlla l’intenzione del movimento utilizzando il robot R1. Una volta posizionato, l’impianto N1 è esteticamente invisibile e ha lo scopo di registrare i segnali cerebrali e trasmetterli in modalità wireless a un’app che decodifica l’intenzione del movimento. L’obiettivo iniziale della BCI di Neuralink è consentire alle persone di controllare il cursore o la tastiera di un computer utilizzando solo il pensiero. Lo studio valuterà la sicurezza dell’impianto Neuralink monitorando i partecipanti per potenziali effetti avversi come infezioni o infiammazioni. Valuterà inoltre la fattibilità del dispositivo misurando la capacità dei partecipanti di utilizzarlo per controllare dispositivi esterni.

Considerazioni etiche

Il primo studio clinico sull’uomo di Neuralink solleva una serie di considerazioni etiche. Una preoccupazione è che lo studio possa comportare rischi eccessivi per i partecipanti. Il Neuralink BCI è un dispositivo complesso che non è mai stato impiantato prima in un essere umano. Esiste il rischio che l’intervento chirurgico per impiantare il dispositivo possa causare gravi complicazioni o che il dispositivo stesso possa funzionare male. Un’altra preoccupazione è che i partecipanti allo studio possano essere costretti ad accettare di partecipare anche se non sono pienamente informati dei rischi e dei benefici. È importante che i partecipanti siano in grado di prendere una decisione volontaria e informata sulla partecipazione o meno allo studio.

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Esistono anche preoccupazioni etiche riguardo al potenziale utilizzo futuro del dispositivo BCI di Neuralink. Ad esempio, il dispositivo potrebbe essere utilizzato per tracciare i pensieri e le emozioni delle persone senza il loro consenso. Nel caso in cui il dispositivo BCI di Neuralink fosse ampiamente utilizzato, è imperativo mettere in atto misure di salvaguardia per proteggere la privacy e l’autonomia delle persone.

Se PRIME avrà successo

Il dispositivo BCI di Neuralink potrebbe presto essere disponibile per le persone affette da quadriplegia e SLA se lo studio PRIME avrà successo. L’azienda sta inoltre sviluppando il dispositivo per altri usi, come ripristinare la vista e consentire la comunicazione diretta con i computer utilizzando il pensiero. Ciò rappresenterebbe un importante passo avanti per le persone con disturbi neurologici e per il campo della neurotecnologia.

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