I giornalisti in Venezuela usano avatar AI per evitare di essere arrestati
Dopo le controverse elezioni del 28 luglio, in Venezuela le agenzie di stampa stanno utilizzando giornalisti avatar online per proteggere i giornalisti dal regime.
Due dei nuovi conduttori assunti dalla piattaforma giornalistica venezuelana Connectas, sono giornalisti avatar ma con l’aspetto molto reale.
Un conduttore e una conduttrice, entrambi ventenni, sono attraenti e trasmettono le notizie in modo calmo e professionale.
L’unica cosa è che non sono reali.
Riconoscibili solo per i loro movimenti leggermente robotici e la cadenza ripetitiva, “El Pana” (amico) e “La Chama” (migliore amico) sono due avatar di intelligenza artificiale che leggono le notizie generate da decine di organi di informazione indipendenti in tutto il Venezuela.
“Siamo stati creati dall’intelligenza artificiale”, spiega El Pana, “ma i nostri contenuti sono reali, verificati, di alta qualità e creati dai giornalisti”.
La coppia è stata creata come parte di un’iniziativa chiamata “Operazione Retweet” dall’organizzazione colombiana Connectas. L’obiettivo è quello proteggere i giornalisti in seguito alle recenti elezioni, mentre il presidente Nicolás Maduro, al potere dal 2013, reprime oppositori, attivisti e media che riferiscono del suo regime.
Connectas scrive sul suo sito
“Attualmente, i giornalisti nel Paese vengono arrestati per aver coperto eventi elettorali e le aziende di comunicazione hanno lanciato un blocco dell’informazione per limitare la libera circolazione delle informazioni”.
L’8 agosto, Maduro ha annunciato che avrebbe vietato “X” e ha minacciato di bloccare WhatsApp, incoraggiando i cittadini a scaricare WeChat, applicazione sconsigliata dagli attivisti per i diritti digitali.
Carlos Eduardo Huertas, direttore di Connectas, ha affermato che la mossa non è un espediente, ma una risposta alla persecuzione.
Il 28 luglio, sia Maduro che il suo rivale dell’opposizione Edmundo Gonzalez hanno rivendicato la vittoria alle elezioni presidenziali, dopo un voto caratterizzato da accuse di tattiche illegali e violenza. L’autorità elettorale del paese ha affermato che Maduro aveva vinto un terzo mandato. Con il 51% dei voti, nonostante numerosi exit poll indipendenti che non erano d’accordo.
Dopo le elezioni, il regime di Maduro ha intensificato le azioni contro oppositori, attivisti e media, e arresti e violenze sono diventati all’ordine del giorno.
Il numero di persone arrestate per essersi opposte ai risultati è attualmente di 1.400, con almeno 23 persone uccise durante le proteste diffuse. Tra gli arrestati ci sarebbero anche nove giornalisti, tra cui il cronista sportivo di 26 anni Paúl León, accusato di terrorismo.
Parlando al Columbian Caracol News, Huertas afferma che il progetto: “mira a richiamare l’attenzione su quanto sia prezioso il giornalismo in Venezuela e su quanto continui a perseverare in tutti gli angoli del Paese”.